Spiritualità

La spiritualità, termine che riguarda, a grandi linee, tutto ciò che ha a che fare con lo spirito, ha svariate accezioni ed interpretazioni. Il suo significato più semplice è il concetto secondo cui, oltre alla materia tangibile, esisterebbe un livello spirituale di esistenza, dal quale la materia trae vita, intelligenza o almeno lo scopo di esistere; tuttavia, può arrivare ad includere la fede in poteri soprannaturali (come nella religione), ma sempre con l'accento posto sul valore personale dell'esperienza. Attribuire la caratteristica di spiritualità a una persona non implica necessariamente che quella persona pratichi una religione o creda, in generale, all'esistenza di un anima o dello spirito; in questo caso la spiritualità è vista piuttosto come un "modo d'essere" che, a seconda delle diverse correnti spiritualiste, può denotare scarso attaccamento alla materialità, oppure un'attenzione non esclusiva al piano della materia, nella convinzione che spirito e materia siano due dimensioni che nell'esistenza umana devono essere integrate.
 

Spesso i termini "religione" e "spiritualità" vengono trattati come sinonimi, il che è alquanto impreciso, dato che anche alcune persone non credenti rivendicano una propria dimensione spirituale. Peraltro bisogna anche dire che molte altre persone atee e agnostiche respingono proprio l'uso di questo termine perché deriva pur sempre da "spirito", nell'accezione sua propria di "immateriale", "superiore alla materia" etc.

Entrambi i termini si riferiscono alla ricerca dell'Assoluto o di Dio (o con qualsiasi altro nome Lo si voglia chiamare): si può dire che la differenza fondamentale consista nel fatto che la religione indichi un tipo di ricerca esteriore, formale, mentre per spiritualità si intende la ricerca di Assoluto all'interno di sé. Questo comporta che la spiritualità assuma, rispetto alla religione, alcune connotazioni tipiche: la fede assume un carattere più personale e meno dogmatico, più aperto alla sperimentazione e basato sull'esperienza personale.

Sempre parlando in termini di ricerca spirituale, un'altra connotazione tipica della spiritualità rispetto alla religione può essere la convinzione che esistano diversi percorsi spirituali, e che pertanto non esista alcuna verità oggettiva o assoluta in base alla quale decidere quale percorso sia meglio seguire; poiché ogni persona è diversa dalle altre, la scelta è spesso lasciata all'individuo, alla sua sensibilità e al suo discernimento.

Da questo punto di vista, religione e spiritualità non sono due concetti contrapposti che si escludono l'un l'altro, ma possono essere visti semplicemente come due tappe nella crescita interiore di ogni fedele o aspirante spirituale, tant'è che molti seguaci di religioni costituite considerano la spiritualità come un aspetto intrinseco e inscindibile della loro esperienza religiosa. Non esiste insomma una vera contrapposizione tra i due termini, dal momento che il rapporto fra religione e spiritualità è paragonabile al rapporto fra contenitore e contenuto, fra forma e sostanza, fra teoria e pratica.

Altri sostengono che la spiritualità non sia identificabile con una religione per sé, ma la connessione attiva e vitale ad una forza, una potenza o una percezione di un più profondo ”sé”.